Succede che per rendere misurabili valori di base come conoscenza, esperienza, risoluzione dei problemi e creatività, ci sia bisogno di valutare la crescita di un’attività, di un’azienda o di un processo industriale in termini di numeri e qualità.
Ne sono stati consapevoli: Peter Drucker, economista e teorico del management austriaco naturalizzato americano, conosciuto soprattutto per il suo lavoro sulle teorie e pratiche di gestione aziendale in direzione dell’efficienza e della produttività, ma anche Bill Gates e Jeff Bezos, che hanno costruito grandi imperi (Microsoft e Amazon su tutti), imponendo la propria leadership in maniera costruttiva per contribuire alla crescita delle loro aziende e della comodità dei servizi.
Quando si parla di efficienza industriale, però, non si può non far riferimento a Henry Ford, inventore americano, pioniere dell’industria automobilistica, sviluppatore della catena di montaggio che ha rivoluzionato del tutto il modo di produrre in ogni settore.
Dai tempi di Ford sono stati fatti enormi passi avanti con lean production e in seguito con idee che hanno scardinato in parte il concetto dell’efficienza sopra a tutto e tutti, in favore di una ritrovata dimensione di qualità e di sostenibilità in azienda, senza perdere di vista il profitto.
Ecco quindi che la dimensione della crescita oggi si configura sì come metro di misurazione della messa in pratica di altri valori come la conoscenza, l’esperienza, la creatività e molto altro, ma diventa essa stessa una pietra miliare per non dimenticarsi di puntare a qualcosa di ulteriore, che aiuti a evolvere in diverse direzioni. Uno strumento di paragone rispetto al passato, ma anche un tassello cui mirare sulla strada verso il futuro.
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