Il caro energia è il focus di tutte le notizie in relazione alla guerra in Ucraina ma le conseguenze sul mercato non si limitano solo alle forniture energetiche. È salito infatti del 20-50% il prezzo di carta e cartone e le forniture all’industria del packaging sono state razionate.
Questo ovviamente ha anche comportato una crescita dei costi di produzione di circa il 25-30% e ha avuto un impatto quasi immediato sulla scelta dei materiali per la produzione di imballaggi.
Sulla carta si è investito parecchio per ragioni di sostenibilità ambientale e di scelta dei consumatori; per la filiera è diventata un materiale fondamentale.
Da gennaio 2021 a oggi però il suo prezzo è salito di oltre il 40% e pare ci siano stati anche diversi ritardi nelle consegne alle aziende perché le cartiere fanno fatica a soddisfare tutta la domanda. Infine, sono state stabilite delle quote massime di fornitura per i singoli clienti e per i singoli Stati.
Se finora non c’è stato un grande aumento di prezzo sui prodotti imballati in carta per il consumatore finale, le aziende hanno però iniziato a chiedersi come andare avanti in maniera soddisfacente nonostante il cambiamento inevitabile e come gestire i costi.
Una delle soluzioni per un risparmio sostanzioso, a lungo termine, è l’investimento in tecnologia. I clienti affezionati di Vuototecnica lo sanno perché hanno visto diminuire negli anni le spese dovute a fermi operativi inutili, sulla linea, in fase di packaging o di creazione dei pallet, perché non hanno più riscontrato danni alle confezioni né hanno dovuto considerare soluzioni costose per il cambio di formato delle mani di presa dei robot dal momento che le soluzioni di presa e generazione di vuoto di Vuototecnica sono così versatili e personalizzabili da gestire anche più prodotti e più imballaggi in contemporanea.
Per saperne di più, contattate i progettisti Vuototecnica su www.vuototecnica.net.